CASTELLO DI USSEL
- chatillon-
     
 

     
A differenza di quasi tutti gli altri castelli della Valle d’Aosta, che sono il risultato di campagne costruttive succedutesi
nell’arco di vari secoli partendo da preesistenze spesso risalenti all’epoca romana, il castello di Ussel fu edificato ex-novo nelle forme attuali nel XIV secolo, senza subire in seguito trasformazioni significative.
La costruzione del castello si deve a Ebalo II di Challant intorno al 1343, a conclusione di una complessa lite di famiglia per i diritti di successione scoppiata alla morte di Ebalo Magno.
All’inizio del XVIII secolo, dopo la morte di François-Jerôme, barone de Châtillon (1702), l’edificio venne abbandonato andando incontro alla progressiva rovina: fin dai tempi del De Tillier, infatti, era ormai un “guscio” vuoto ridotto ai muri perimetrali, privo del tetto e dei solai interni che dividevano i piani.
Nel corso del XIX secolo, in seguito all’estinzione della famiglia Challant, il castello passò in proprietà ai Passerin d’Entrèves e da questi ai Bich. Il barone Marcel Bich, scomparso nel 1994, lo ha donato alla Regione Valle d’Aosta, con la clausola che fosse destinato ad un uso pubblico. Subito dopo la Soprintendenza ha avviato il restauro dell’edificio, che si è concluso nel 1998.
L’apertura al pubblico è avvenuta nel giugno 1998 con l’inaugurazione della mostra dedicata appunto a Marcel Bich, il geniale imprenditore di origine valdostana che ha lanciato sul mercato mondiale la ormai leggendaria penna a sfera Bic e altri prodotti di largo consumo. Attualmente il castello è accessibile soltanto in occasione delle esposizioni che ospita nel periodo estivo.

     
 
   

IL PERCORSO DI VISITA
Se la scelta del sito del castello di Ebalo II obbediva ai criteri strategici tradizionali, il progetto architettonico aveva caratteri del tutto innovativi, contrapponendo alla molteplicità dei corpi di fabbrica dei castelli primitivi un solo possente edificio di forma parallelepipeda, protetto dalla sua stessa posizione a filo dello strapiombo roccioso in luogo della consueta cinta muraria difensiva.
Tradizionalmente quello di Ussel è considerato il primo esempio di struttura monoblocco.
Lungo tutto il perimetro del castello corre un camminamento di ronda protetto dalla merlatura.
L’apparato decorativo di questo imponente esempio di architettura militare si limita alle incorniciature delle bifore e a una cornice continua ad archetti pensili che corona la parte alta dell’edificio.
L’accesso al castello avviene attraverso una apertura al centro del lato meridionale, in origine a tutto sesto e proceduta da una sorta di antiporta oggi del tutto scomparsa; un secondo ingresso, più in basso, immetteva nelle cantine del castello, mentre una terza apertura, ad una quota più elevata e munita di carrucola, conduceva ad un balcone.
Prima del restauro, l’interno si presentava completamente vuoto, diviso verticalmente in tre parti; la parte centrale ospitava una monumentale scala sostenuta da un elegante arcone e addossata al muro, che a partire dal primo piano diventa più spesso per bilanciare il peso dello scalone. Ai piani vi erano i resti di grandi camini e ampi sedili in pietra nelle strombature delle finestre, tuttora visibili.
L’intervento di recupero ha ripristinato la copertura, ora realizzata in materiale trasparente, in modo da esaltare l’effetto del rudere e quindi la percezione che per secoli ha caratterizzato l’edificio; sono stati reintegrati la muratura e il coronamento di merli nella parte superiore dell’edificio, e ricostruiti i solai che dividevano i piani, collegati tra loro da un moderno ascensore inserito in una colonna di cristallo.
Sono stati inoltre reintegrati gli elementi lapidei originali che incorniciavano gli stipiti delle porte e delle finestre.