RIFUGI AVERAU E NUVOLAU mt. 2.575
- TRENTINO ALTO ADIGE DOLOMITI -
     
rifugio averau
     
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in partenza si attraversa la pista da sci verso sud
     
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il Lagazuoi visto dal bosco
     
Località di partenza: parcheggio presso la baita Bai de Dones lungo la strada che da Cortina sale al Passo Falzarego
Quota di partenza: 1.559 mt.
Quota di arrivo: 2.575 mt.
Dislivello: 1.016 mt.
Posizione: nel cuore delle Dolomiti, nel gruppo delle 5 Torri ai piedi dell'Averau il primo rifugio e in cima
al Monte Nuvolau il secondo
Difficoltà: E/EE
Ore: 5 a/r
Periodo: inverno
     
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nel bellissimo bosco di larici
     
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il Cristallo appare all'uscita dal bosco
     
"Al nido d'aquila dal panorama mozzafiato".
Così viene chiamato il rifugio Nuvolau situato proprio sulla cima di questo monte spettacolare e la descrizione corrisponde certamente a verità.
Siamo proprio nel cuore delle Dolomiti e precisamente nel gruppo delle 5 Torri, teatro di scontri durante la prima guerra
mondiale, così come il Lagazuoi che si erge sul lato opposto del Passo Falzarego.
Questi posti sono molto frequentati sia d'estate che d'inverno e mentre nella bella stagione sono in molti a raggiungere
il rifugio Nuvolau (il sentiero anche se un po' aereo non presenta difficoltà), d'inverno la massa di turisti e sciatori si
ferma al rifugio Averau.
     
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il rifugio Nuvolau, meta della nostra escursione con le ciaspole
     
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ciaspolando verso il rifugio 5 Torri
     
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sotto le 5 torri
     
Per raggiungere la cima del Nuvolau invece bisogna seguire o in molti casi tracciare una linea che parte poco prima del
percorso estivo, risalendo in obliquo il crinale.
In questo modo si evitano il pericolo che il distacco di masse nevose può causare. La partenza per i rifugi avviene dalla
baita Bai de Dones, raggiungibile dalla strada che sale da Cortina al Passo Falzarego e subito individuabile perché punto di
partenza degli impianti di risalita verso le 5 Torri.
Il nome Bai de Dones (bagno delle donne) prende il nome da una famosa leggenda (che riporto sotto).
     
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al rifugio 5 Torri con il monte Averau di fronte
     
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il rifugio 5 Torri
     
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la coltre di neve che ricopre il rifugio
     
D’inverno il parcheggio è sempre pieno di sciatori che vanno e vengono ma un posto lo si trova sempre, essendo molto grande.
Dalla baita ci si incammina verso sud attraversando l’arrivo della pista da sci fino ad incontrare un’esile traccia che per il
bosco risale il pendio.
Si lascia subito alle spalle la confusione e il vociare degli sciatori che scendono dalle piste per immergersi nella
natura più bella.
Nonostante la bella giornata in pochi oggi ciaspolano, anzi a dire la verità solo io.
Alcuni li incontro che salgono con le pelli di foca perlopiù per fare allenamento, solo due sci alpinisti arriveranno
con me sulla cima.
 
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le 5 Torri: splendide
 
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panorama poco oltre il rifugio 5 Torri (a destra i Lastoi di Formin)
 
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verso i rifugi Averau e Nuvolau, poco oltre le 5 Torri
 
All'inizio il sentiero è un po' faticoso in quanto sale costantemente verso sud con alcuni strappetti che costringono a
"puntare" un po' i ramponi delle ciaspole nella neve.
Nulla di problematico però, dopo qualche rampa si attraversa la zona del Valon Scuro a 1890m e di li a poco si arriva
al rifugio 5 Torri.
Lo troviamo chiuso e completamente sommerso dalla neve.
In compenso il paesaggio è già idilliaco; vediamo il Monte Nuvolau lassù ancora distante di fronte a noi con a fianco i Lastoi
di Formin, le 5 Torri sopra la nostra testa.
Il Lagazuoi di fronte inondato dal sole e Cortina poco più a sud col la mole del Cristallo che la sovrasta.
Appena superato il rifugio si possono fotografare per intero le 5 Torri col Lagazuoi che fa da sfondo.
Non è la prima volta che vengo in questi posti ma ogni volta rimango a bocca aperta per la loro bellezza.
 
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la Tofana di Rosez, con il rifugio scoiattoli
 
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il Monte Averau
 
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ultime rampe prima del rifugio Averau
 

Oltrepassiamo le 5 Torri per dirigerci verso il rifugio Averau.
Il sentiero si fa più largo ora; questa è zona di sci cosicchè non ci resta che seguire la traccia del gatto delle nevi dedicata
proprio a chi va con le ciaspole.
Superiamo sulla destra il rifugio Scoiattoli (l’arrivo della seggiovia che parte da Bai de Dones) e dopo alcuni tratti ben battuti
ma ripidi giungiamo al cospetto del Monte Averau per fare una piccola pausa nel rifugio, preso d’assalto dagli sciatori.
Da qui si apre a noi una bellissima vista su tutto l’altopiano del Giau e più lontano sulla Marmolada.
E per fortuna oggi in cielo non vi è traccia di nubi.

 
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il rifugio Averau
 
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il monte Averau, dal rifugio omonimo
 
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panorama dal rifugio Averau, verso il passo Giau
 
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la Tofana di Rozes e le 5 Torri
 
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le 5 Torri viste dall'alto
 
Discesa: per la via di salita.
Volendo si può accorciare il percorso usufruendo della discesa con la seggiovia dal rif. Scoiattoli.
Note: abbastanza lunga e faticosa nel tratto finale, questa escursione (una classica estiva) si rivela sorprendente in inverno.
Il paesaggio e i sentieri cambiano, in alcuni tratti sotto la cima spesso bisogna tracciare.
Ma che spettacolo, tutti gli sforzi vengono ampiamente ripagati dalla vista che si gode da lassù.
Da effettuarsi solo con cielo sereno, prestare attenzione nel tratto Averau-Nuvolau.

Relazione e fotografie di: Daniele Repossi
 
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la salita al rif. Nuvolau è molto dura in inverno e spesso bisogna tracciare

 
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eccomi arrivato al rifugio Nuvolau
 
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sulla terrazza del rifugio
 
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la targa del rifugio Nuvolau
 
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ordiniamo qualche cosa da mangiare?
 
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panorama dal rifugio Nuvolau con un simpatico ospite
 
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il Cristallo
 
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la Marmolada, vista dal rifgio Nuvolau
 
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l'Averau visto dal Nuvolau
 
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discesa dal Nuvolau con un paesaggio da favola
 
LE ANGUANES DI BAI DE DONES
A pochi passi dalla baita Bai de Dones sorge un romantico laghetto.
Le leggende narrano che fosse abitato dalle misteriose e temute Anguànes, creature dal piede di capra e serve del dio Silvano. Quando le Anguànes andavano a lavare la biancheria del loro padrone era molto facile incontrarle ma se qualche
imprudente le avesse osservate in quel momento, adirate per la presenza di estranei avrebbero scatenato una furiosa tempesta.
E forse è proprio da questa leggenda che è nato il detto che quando una donna ritenuta cattiva fa il bucato, il tempo
volgerà al peggio.