CROCE CARREL mt. 2.920
- valtournenche -
     
croce carrel
Il Cervino come appare dalla Croce Carrel
     
Croce Carrel mt. 2.920
Difficoltà: E
Dislivello in salita: mt 870
Tempo di salita: circa 2h
     
Una passeggiata sin là dove comincia il Cervino.
La Croce Carrel è l'ultimo punto dove l'escursionista può arrivare all'inizio della traversata che porta alla via normale italiana per la cresta del Leone.
Si parte dalla parte settentrionale di Breuil Cervinia (mt. 2.050) dove inizia la strada interpoderale che conduce al Rifugio Oriondé (mt. 2.802).
Dopo pochi tornanti si raggiunge una cappella dedicata ai caduti del Battaglione Cervino (mt. 2.134).
Si prosegue lasciando a sinistra l'alpe Batze (mt. 2.172) e si continua a salire per l'interpoderale e i sentieri che tagliano il tracciato.
Si passa accanto all'alpe Crot del Palet (mt. 2.268) dove a sinistra parte un sentiero che con lunga traversata a destra conduce a un ponticello sotto una cascata.
Pochi passi ed ecco l'alpe Crot di Labie da cui con diversi tornanti si raggiunge l'alpe Eura (mt. 2.544) dove la leggenda racconta fosse la dimora dell'Omo Servadzo o uomo selvaggio, un uomo saggio e buono, esperto delle previsioni del tempo come nell'arte di allevare il bestiame e nel preparare tome e fontine.
Con il tempo clemente si aggirava per i pascoli dispensando consigli e aiutando i pastori, ma quando soffiava il gelido vento del Nord annunciando la bufera scompariva e rimaneva rintanato sino al ritorno del sole.
Sulla destra parte un sentiero che riduce il tratto rimanente portando sotto il ripido pendio sottostante Rifugio Oriondé o Duca degli Abruzzi (mt. 2.802) che si raggiunge in breve in circa 1h 30'/40' da Breuil.
Dal rifugio si continua salendo il primo gradone roccioso dello sperone che dalla Testa del Leone scende in direzione di Breuil. Un secondo e un terzo gradone appena sopra del quale, scavata nella roccia, si trova una piccola nicchia (0.15'/0.20' da Breuil) dove è sistemata la croce con la foto di Jean Antoine Carrel, il leggendario "Bersagliere" vincitore del Cervino che in quel punto morì di sfinimento il 24 agosto 1890 dopo aver portato in salvo un cliente al termine di una discesa dal Cervino scatenato.
Una gita per ammirare la Gran Becca dai suoi piedi, ma anche per riflettere sostando davanti alla Croce che celebra uno dei più grandi alpinisti di sempre per non dimenticare che la montagna decide sempre, se ci vuole o se ci respinge.
Come ricorda Alberto Cerasa, citando un antico proverbio maori, nel suo bellissimo Sentieri e Leggende della Val Tournenche: se devi abbassare la testa abbassala di fronte a una potente montagna.

Relazione e fotografie di: Stefano Sciandra
     
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