NADELHORN (4.327 m.) – STECKNADELHORN (4.241 m.)
– HOHBÄRGHORN (4.219 m.) attraverso la Nadelgrat
- ALPI PENNINE - SVIZZERA -
     
     
Nadelhorn
da sinistra Nadhelorn, Stecknadelhorn e Hohbärghorn
     
Difficoltà: AD (II+/40°)
Dislivello in salita: 1.000 m. + 1.400 m. ca
Tempi di salita: 2h 58' dall'Hannig alla Mischabelhütte il primo giorno;
secondo giorno 5h 40' sino alla vetta dell'Hohbärghorn;
13h 40' complessive sino al rientro a Saas-Fee
Punto di appoggio: Mischabelhütte (3.340 m)
     
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in primo piano il Dirrehorn dalla vetta dell'Hohbärghorn
     
Tre 4.000 di altissimo profilo per una ascensione su una della creste più belle delle Alpi.
La Nadelgrat, la versione integrale che comprende anche Dirrehorn e Lanzspitze è stata ribattezzata dagli svizzeri "la
grande corsa" per l'impegno fisico e mentale che comporta, è un confronto con se stessi su un itinerario che offre varie sfaccettature dell'alpinismo, dal ghiacciaio, alla cresta, al misto, all'arrampicata.
Per il sottoscritto, Nadelhorn (4.327 m), Stecknadelhorn (4.241 m) e Hohbärghorn (4.219 m) sono, rispettivamente nell'ordine,
25°, 26° e 27° 4000.
Primo giorno dedicato a raggiungere Saas-Fee, la perla del Vallese svizzero.
Questa volta, assieme a Marco Barmasse, troviamo sistemazione a Saas-Grund (1.559 m) presso l'ottimo Hotel Bergheimat.
Stanza splendida con due arie (un balcone), cucina eccellente, parcheggio gratuito dove lasciare l'auto per l'ascensione
dei giorni successivi e rilascio del bürgerpass che consente di usufruire, gratuitamente del bus postale e degli impianti di
risalita.
Un modo straordinario di fare turismo con prezzi abbordabilissimi (80 CHF omnicomprensivi di mezza pensione e servizi),
l'Italia, come in tutto, è indietro anni luce.
     
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la parte sommitale del Nadelhorn 4.327 m
     
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l'Alphubel dalla Mischabelhütte
     
Dopo una piacevole giornata a Saas-Grund, l’indomani intorno alle 9 si prende il postale per Saas-Fee (.1792 m) da dove,
con la funivia si raggiunge l’Hannig (2.340 m) punto di partenza per la Mischabelhütte.
Primo tratto su sentiero pianeggiante e comodo che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l’Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più).
Si prosegue (ottima segnaletica) sino ad arrivare intorno a quota 2.800 m dove inizia la cresta rocciosa attrezzata con infissi,
cavi metallici e una scaletta, sino a raggiungere, dopo circa 3h le due costruzioni della Mischabelhütte (3.340 m).
Ci si sistema nella capanna, eccellente la cucina e buoni i servizi igienici, molto meno bene le camerate, con un unico
materasso sul quale un numerino indica il posto a disposizione con il solo risultato di trovarsi praticamente “ingessati”
uno sopra all’altro.
La sveglia, il giorno dopo, per la salita a Nadelhorn, Stecknadelhorn e Hohbärghorn, suona all’1.45 del mattino.
Colazione, e fuori  dalla Mischabelhütte.
Pochi passi su cresta rocciosa che si può seguire per un tratto più lungo, o, in alternativa è possibile attaccare
direttamente la salita sul ghiacciaio.
     
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l'impressionante parete Nord della Lenzspitze 4.294 m.
     
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stambecco salendo alla Mischabelhütte
     
Una prima rampa piuttosto severa consente di guadagnare quota, quindi un tratto facile e quasi pianeggiante (attenzione all’eventuale presenza di crepacci) conduce ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch.
Si sale in diagonale verso destra in direzione dell’Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3.850 m).
A questo punto inizia la cresta nord-est del Nadelhorn, che inizia con un tratto piuttosto ripido ma largo dove la traccia è solitamente comoda e ben marcata, per proseguire poi più aerea e affilata, inizialmente quasi pianeggiante poi più ripida.
Un paio di affioramenti rocciosi possono essere superati direttamente oppure aggirati sulla destra su neve, sino a
raggiungere il roccioso tratto finale della cresta.
Si sale con passi di II-, a tratti sfruttando cenge e tracce di sentiero.
Nell’ultimissima parte, la cresta si fa un po’ più ripida, si attraversa una sorta canalino (passaggi di II-) che conduce in
vetta (3h dalla Mischabelhütte).
A questo punto si scende dal Nadelhorn (4.327 m.)cercando, una volta esaurita la cresta rocciosa, una traccia (che
evita una calata), piuttosto alta, e che con un traverso (da percorrere con estrema cautela in presenza di ghiaccio) porta alla
cresta per lo Stecknadelhorn.
Dopo un tratto relativamente breve si sale la cresta rocciosa che senza grandi difficoltà (II-) porta in vetta
allo Stecknadelhorn (4.241 m).
     
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Stefano Sciandra in vetta al Nadelhorn 4.327 m
     
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Stefano Sciandra in vetta allo Stecknadelhorn suo 26° 4.000
     
Dalla vetta dello Stecknadelhorn inizia la parte più difficile di questa parte di Nadelgrat.
La discesa lungo la cresta Nord Ovest (che affrontiamo senza ramponi) a riprendere la cresta nevosa per l'Hohbärghorn è
piuttosto delicata.
Cresta irta di spuntoni e gendarmi, occorre sfruttare le cenge e i salti rocciosi sulla destra del filo con passaggi di II/II+).
Raggiunta nuovamente la cresta nevosa si sale un pendio ripido sino alle solite roccette finali che in breve portano alla
vetta dell'Hohbärghorn (4.219 m).
Dall'Hohbärghorn si percorre a ritroso l'itinerario di andata che comporta la risalita (seconda di giornata) allo Stecknadelhorn
per la cresta nord-ovest che stavolta percorriamo con i ramponi incontrando minori difficoltà rispetto alla discesa.
     
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Una facile calata attrezzata sull'itinerario dalla Mischabelhütte
     
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sulla cresta verso lo Stecknadelhorn
 
Dallo Stecknadelhorn si scende, si ripercorre il delicato traverso che riporta sulla cresta nord-est del Nadelhorn da cui
si torna giù alla Mischabelhütte.
Alla capanna sandwich e birra, poi la lunghissima discesa sino a Saas-Fee attraverso il lungo tratto attrezzato e dopo senza
l’ausilio della funivia dell’Hannig utilizzata all’andata in quanto conviene, arrivati al bivio, proseguire lungo il sentiero
che con interminabili giravolte riporta in questo incantevole località del Vallese.
L’emozione di entrare in paese a piedi scendendo da tre 4000 è davvero forte.

Relazione e fotografie di: Stefano Sciandra
 
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verso lo Stecknadelhorn; il Cervino in primo piano
 
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Vetta dell'Hohbärghorn. Alle mie spalle l'imponente Dom de Mischabel la più alta cima Svizzera